Gioia ha 17 anni e a scuola si sente un’estranea per i suoi compagni, perché non le interessano le feste, la moda e appartenere a un gruppo. Lei ha la passione di collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo ma non ne ha mai parlato con nessuno.
L’unico adulto che riesce ad aiutare Gioia è il professor Bove e l’unica amica che riesce a darle risposte sincere è Tonia, la sua amica immaginaria.
Una notte incontra in un bar un ragazzo che gioca a freccette, di nome Lo, e man mano che si conoscono Gioia si sente capita per la prima volta in vita sua.
Un giorno, però, Lo non si fa trovare all’appuntamento al bar e Gioia inizia a cercarlo chiedendo a tutti notizie e scopre che, in realtà, lui si chiama Luca De Paolo e che è scomparso, probabilmente morto, 10 mesi prima.
Il ragazzo non voleva coinvolgerla nei suoi problemi…
L’adolescenza, la necessità di essere capiti e il rapporto genitori-figli sono i principali temi di questo romanzo.
Il libro è appassionante, con capitoli brevi e si legge in poche ore. È facile immedesimarsi nei protagonisti e capire che la diversità è una conquista e non una sconfitta.
Sono rimasta solo un pò delusa del finale perché non mi è sembrato un vero finale e la storia rimane sospesa.
Paola 2A IC Vittorino da Feltre | Secondaria Fermi